MA BASTA III - A cura di Giovanni Peli


Ma basta con questa spocchia supponente degli editori figli o nipoti degli editori e dei direttori artistici provenienti da famiglie altolocate di professori, notai, primari e affini. Questi qui che sostengono con forza di poter incidere sulla cultura italiana vera, queste persone distinte che hanno inculcato, inculcano e inculcheranno nella gente questa perversione concettuale che consiste nel ritenere di dover essere IMPORTANTI, e quindi dover frequentare persone importanti. Questa gente che sa bene che un suo gesto è visibile in ogni punto del marcio mondo culturale italiano, dell'industria editoriale e di quella dello spettacolo. Cosiddetti editori che prendono un autore straniero di successo e lo pubblicano, e pubblicano scrittori italiani incapaci attraverso chissà quale ponderata scelta (extraartistica, mi auguro, e temo, forse politica?).
Dannazione è sabato spunta il sole e io mi sento come se fossi entrato in una libreria e avessi aperto a caso il libro di un grande editore... povero me.
Ma basta con questi poetuncoli che vincono i concorsi che usano piĂ¹ o meno consapevolmente tecniche inventate quarant'anni fa inseguendo una modernitĂ  imprendibile (sicuramente non afferrabile così!). Come si fa ad essere così insicuri di quello che si fa da voler partecipare a un concorso letterario (o musicale ecc. ecc.)? Insomma ragazzi - come diceva Croce - se avete piĂ¹ di ventanni e scrivete poesie, o siete cretini o siete poeti. Mi paiono due certezze significative e sufficienti. Ma basta scrivere, basta partecipare, non date cibo a questi ipocriti imbellettati altolocati, messi dal destino (o da altre ragioni, forse politche?) nella posizione di giudicarvi, correggervi, snaturarvi ecc. ecc. siate liberi! Ăˆ proprio da finale di carriera accompagnarsi a gente di cultura (mitico Ivanone Fossati). Certo che mi fa piacere se in duemila mi dicono bravo e non solo questo gatto qui che passa con le sue pulci... eppure non è la cosa piĂ¹ importante. 
Ma non finisce qui; sì, perchĂ© non è solo una questione di ricchi figli di papĂ , magari, eh, non è così facile, figuratevi se io ce l'ho con gente bella, ricca e di talento. A questa secolare questione si aggiunge la modernissima questione della rete. Sì, perchĂ© oggi sono spuntate le webzine e con loro i blogger, gente senza il minimo talento che ha deciso di diventare critico letterario perchĂ© ha letto tre pagine di Bachtin e ha la faccia occhialuta ben portata alla loquacitĂ  scrittoria e una manualitĂ  sulla tastiera del pc esperita nella formazione di sintassi ritorta e lessico ipercorretto. Per trovare qualcuno bravo io ci metto una settimana con otto ore al giorno di letture su schermo. Idem per la musica leggera, dove perĂ² conta molto fare belle fotografie a persone fotogeniche con occhiali grandi, molta barbetta curata e magliettine strette, anche d'inverno. 
Ma basta. Basta io, basta voi. Non cercate approvazione, siate liberi. E non venite a dirmi che lo fate per soldi, dai. E rifiutate i Festival Culturali, guardate bene bene i loro programmi! Non scrivete, non andate a mangiare le ostriche con le persone importanti, ricordate che chiunque voi siate, per quanto le vostre spalle siano coperte (non vorrei sembrare discriminatorio nei confornti delle persone belle, ricche e di talento) non gliene frega niente di voi, a nessuno. Non scrivete. State a casa col gatto a leggere i classici. Non fate piĂ¹ niente. Fate solo quello che vi piace da morire come mangiare, bere, fare l'amore, spostare i vasi del vostro vicino di casa e scrivere. Scrivere? Sì. Ma basta.
Sì! Sì! Invece sì, scrivete, amate, cantate, fregatevene, perchĂ© scrivere è come amare, cantare è come essere una foglia o un bruco o un insetto o la cimice che era capovolta e che ho messo dritta, o il ragno a cui mi sono avvicinato col naso e si è drizzato a guardarmi meglio con tutti i suoi occhi. 
Scrivete ancora, perché anche nella migliore delle ipotesi la vita non sarà così lunga e potreste avere ancora amore da dare. Anche a me!

Disgustosamente vostro
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